lunedì 21 aprile 2008

questa primavera...


Avete presente La bella addormentata nel bosco?..E avete presente la scena del ballo..quando le due fatine, in discussione sul colore del vestito della Bella Addormentata, iniziano a cambiarne il colore???!??..Ecco..in questo momento mi sento proprio così..esattamente come quel vestito ora rosa ora azzurro....cambio "colore" continuamente e senza riuscire a controllarmi!!!...(Sarà per questo che non mi stava più bene neanche il colore del modello predefinito del blog...)
Ho bisogno di trovare un nuovo equilibrio....Arggggggggggg!!!

sabato 12 aprile 2008

..Di nuovo I care..

Da martedì, dopo la scenetta dei ragazzi-pagliaccio, non riesco a togliermi queste parole dalla testa…parole a cui è da tanto che non pensavo più…: “Io e lei non abbiamo niente da dirci”.
Novembre 2005. Mio nonno è un po’ più giù del solito..ha avuto una brutta influenza che ha scombussolato il suo delicatissimo equilibrio…
Il medico di famiglia dice che non è necessario portarlo all’ospedale…
Il nonno insiste…vuole sentirsi più tranquillo, dice.
Si alza e come se fosse domenica si fa la doccia, si fa la barba e si prepara ad uscire. Da solo. Si sente indipendente, anche se non più di tanto in forma.
Lo saluto prima di andare a scuola. Non potevo immaginare che non l’avrei mai più trovato in casa la mattina, prima di uscire. E’ un po’ affannato, ma a volte l’ho visto peggio.
La mamma lo porta al Pronto Soccorso…
Nel frattempo le condizioni si sono aggravate…la considerazione data agli anziani lascia desiderare…c’è da attendere per il ricovero…
Finalmente qualche attenzione… nonno viene ricoverato e sistemato in un letto dell’ ospedale.
La mamma è fuori che aspetta…che esca la dottoressa che lo sta visitando…vuole darle un po’ di informazioni..spiegarle un po’ la situazione..dal suo punto di vista…dal punto di vista di chi da tempo si alza la notte per vedere se chi dorme nella stanza accanto ha il respiro affannato, di chi senza essere troppo insistente, con discrezione, controlla se il nonno beve abbastanza e se la sua diuresi è regolare..da chi, seppur senza nessuna competenza medica, per esperienza, si accorge tempestivamente se il nonno è in scompenso…
Si apre la porta..e forse assieme a lei qualche speranza…
La mamma si avvicina.. “ Scusi dottoressa…”
“Io e lei non abbiamo niente da dirci. Non adesso.”
Le condizioni si aggravano repentinamente. Di lì a pochi giorni il funerale.
Nonno non c’è più e la mamma resta con il rimorso di non essere riuscita a parlare con la dottoressa, con quella dottoressa e in quel momento.
...Risuonano nella mente ancora le parole: “Io e lei non abbiamo niente da dirci”.

mercoledì 9 aprile 2008

Piccole cose cambiano il mondo (per chi pensa che il piccolo non è nulla)

Piccola è la goccia di rugiada
e rinfresca le foglie assetate.
Piccolo è il chicco di grano
e riempie le tavole di pane.
Piccolo l'acino d'uva
e riempie di vino i bicchieri.
Piccola è la pietra preziosa
e adorna la corona dei re.
Piccolo è l'uomo alla nascita
e niente è più grande di lui.
Che piccola cosa è un desiderio
e può cambiare la vita.
Che piccola cosa è un'idea
e può commuovere il mondo.
Che piccola cosa è un bastone
e sostiene il peso dell'anziano.
Che piccola cosa è il sorriso
e riempie di felicità chi è triste.
Che piccola è un bicchiere d'acqua
e Dio non lo lascerà senza ricompensa.
Josè Guillen

martedì 8 aprile 2008

Seminario I care


8 Aprile 2008, h 10.30, Seminario I care.
Che avrà mai da dirci il professore?
Il seminario ha inizio..occhi un po’ stupiti..quale aspettativa?
Il prof apre il Seminario con un’ introduzione sul significato dell’ “I care”…con qualche informazione su don Milani…per arrivare poi a parlare di coscienza, condivisione, umiltà, conoscenza …del valore del rapporto medico/paziente…dell’attitudine allo stupore e dell’importanza del contesto in campo medico… del futuro che ci aspetta…la strada è lunga, sì, è vero, ma possiamo percorrerla insieme, condividendo il condivisibile…
Ed è questo lo spirito con cui è nata Medwiki.
Quanto però oggi la condivisione può essere limitata dal diritto di proprietà?
La parola passa alla professoressa Berlingeri. Questa definisce Medwiki immorale ed essenzialmente un covo di criminali. Sta scherzando? Ci stanno prendendo un po’ in giro? Trapela un sorriso dalla bocca della professoressa, ma continua ad andare avanti, finché un ragazzo non sale sul palco e le toglie la parola.
Chi avrebbe mai pensato ad una lezione così!..Una signora Lezione, con tanto di L maiuscola. Entrano in aula un gruppo di ragazzi vestiti da clown. Poche le parole, eppure mi hanno detto e lasciato tanto.
Il loro messaggio è arrivato!!!..La loro è stata una bellissima testimonianza..sono stati essi stessi il messaggio!
Occhi brillanti, ragazzi gioiosi, occhi felici di chi ha trovato quel qualcosa in più che dà senso al correre quotidiano…di chi ha capito che non si può stare con le mani in mano e preoccuparci soltanto di noi stessi e dei nostri problemi..di chi ha capito di avere qualcosa da condividere con gli altri, di essere capace di regalare sorrisi a chi ne ha bisogno, di guardare al malato come ad un fratello e non come ad un oggetto su cui lavorare.

lunedì 7 aprile 2008

I care o non I care?

Partecipare..beh partecipare si può partecipare in tanti modi, nonché distrattamente o peggio ancora passivamente..mentre se me ne importa, se mi sta a cuore, se me ne prendo cura..beh allora vuol dire che I care, che mi sento anche io responsabile di ciò che mi circonda, delle cose che accadono nel mondo in cui vivo. I care, aveva scritto una volta su una parete della sua scuola di Barbiana un giovane prete di campagna, I care.
E’ in questo suo motto che don Milani riassumeva le finalità educative della scuola, una scuola orientata all’acquisizione della presa di coscienza , una scuola che voleva per prima cosa essere luogo di condivisione.
Ed è’ proprio da un lavoro di gruppo, di condivisione, che nasce “Lettera a una professoressa”. Lessi questo libro qualche anno fa, su consiglio della mia insegnate di lettere. Scorrevo le pagine pensando tra me e me : “E’ acqua passata.” ..E invece più che andavo avanti e più mi rendevo conto che le cose che scrivevano, potevano in tanti casi essere trasportate, riattualizzate ai nostri giorni. Sì… noi giovani tante volte facciamo fatica a tener presente il significato di ciò che facciamo , la sua importanza, il suo valore … “il fine giusto è dedicarsi al prossimo”, scrivevano in “Lettera ad una professoressa” i giovani di Barbiana, è arrivare lontano e al tempo stesso insieme, condividendo le conoscenze di cui si dispone, per arrivare a sentirci pienamente consapevoli delle nostre responsabilità, per arrivare a capire l’importanza di avere un posto nel mondo.
E forse è questo che il professore ha cercato di trasmetterci con la preparazione di questo esame un po’ insolito, fuori dalle righe…Possiamo arrivare tutti a fare ciò che ci chiede di fare…anche se in tempi e modalità diverse…per arrivare ad acquisire una maggiore consapevolezza del nuovo mondo cibernetico in cui viviamo…e tornare a ripeterci “I care”…

Compito 3

Mio cugino ha appena avuto i risultati del monotest: ha la mononucleosi.
Mia zia mi telefona un po’ preoccupata e mi chiede se conosco i tempi di incubazione.
Non ne ho la più pallida idea. Accendo il computer, mi connetto ad internet e vado su Pubmed.
Cerco “mononucleosis”. Mi compaiono 7462 items. Mi diverto a restringere un po’ la ricerca e digito: “incubation of mononucleosis”, limits: Italian, Child 6-18 years. Risposta: No items found.
Digito nuovamente “incubation of mononucleosis” , ma questa volta senza porre alcun limite.
Sullo schermo del computer appaiono 38 items, tutti in inglese.
Con un po’ di pazienza inizio a leggere le informazioni trovate e scopro così che la mononucleosi, nella maggior parte dei casi, è causata dal virus di Epstein-Barr, che si manifesta con la comparsa di linfonodi sul collo, stato febbrile e stanchezza. Questa malattia è difficilmente diagnosticabile fin dal principio e non vi sono medicinali specifici che il malato può assumere…la cura consiste essenzialmente nel prevenire eventuali complicazioni. (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17602362?ordinalpos=17&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_RVDocSum )
Trovo infine i tempi di incubazione: questi possono andare dalle 4 alle 7 settimane. (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8710247?ordinalpos=5&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_RVDocSum )
In particolare il periodo di incubazione termina circa dopo 5-7 giorni dalla cessazione dei sintomi più evidenti. I tempi purtroppo sono molto poco precisi e di fatto variano sensibilmente da individuo ad individuo. Solo il tempo ci dirà se mio cugino ha contagiato il fratellino più piccolo…Speriamo di no!

domenica 6 aprile 2008

di nuovo a casa


Di nuovo a casa.
Ieri a quest’ora eravamo all’aeroporto…pronti per ripartire e tornare in Italia….
E’ stata un’esperienza meravigliosa, indimenticabile davvero!!!!...Città, luoghi affascinanti, incontri toccanti e compagni di viaggio eccezionali!!!!!
Sono state giornate intense, ma vissute davvero a 360 gradi!
A volte ho l’impressione che il tempo mi scivoli addosso..ho l’impressione di arrivare in fondo alla giornata e di rendermi conto di non aver fatto niente, pur essendo stata sempre di corsa…e mi addormento insoddisfatta, con l’idea di aver sprecato ogni singolo minuto prezioso che mi è stato donato…in questi giorni invece mi sono sentita protagonista del mio tempo…ripensando a tutti i momenti passati mi sembra impossibile che il viaggio sia durato soltanto sette giorni…eppure è così…
Vorrei soltanto riuscire a non dimenticare questo nel solito tram tram quotidiano…vorrei poter riuscire a vivere appieno ogni mia giornata, dare valore ad ogni momento trascorso...